Invecchiare si dice sia l’inferno delle donne: per il nostro vino è invece un paradiso

Fare vino è un segno di civiltà e permette di rafforzare il legame con la propria terra, le proprie origini e le tradizioni. Abbracciando  questa filosofia produttiva, conduciamo i nostri vigneti con metodi naturali, usando unicamente concimi come letame ed humus e praticando il diserbo meccanico.

Qui, tra le nostre colline, in un limbo di verde che separa il mondo che corre da quello che cammina, le radici della terra trovano naturale sviluppo nell’opera dell’uomo; qui, quella spiritualità che la civiltà moderna si ostina a calpestare, sembra ancora, nonostante tutto, intatta. Nella filosofia produttiva della nostra famiglia le fasi della vendemmia rispettano le leggi e i tempi dalla natura, una semplicità che si manifesta nell’equilibrio dei nostri vini.

In Friuli convivono una mescolanza di vitigni provenienti da diverse parti dell’Europa, retaggio storico delle invasioni subite nel corso degli anni da questa terra.

Il Friuli oggi è una terra conosciuta in tutto il mondo per i grandi vini bianchi, ma la famiglia Zamò punta da sempre anche sui vini rossi senza mezzi termini, sia per proseguire il percorso già iniziato con il Ronco dei Roseti, sia per dare valore ai vitigni autoctoni come il Pignolo e il Refosco dal peduncolo rosso, di personalità autentica e di non facile omologazione che, all’inizio degli Anni 80 erano poco considerati.

Dei 65 ettari vitati, tra proprietà e affitti, ben il 40% è occupato da vitigni a bacca rossa, una percentuale sicuramente al di sopra della media regionale. Questo non significa, ovviamente, tralasciare i vini bianchi che rappresentano comunque la vera vocazione aziendale.

 

Chiamarli vini è riduttivo.